L’assassinio di una donna in gravidanza dalla legge italiana non è considerato duplice omicidio. Così, in una situazione generale in cui sono in crescendo i femminicidi e accadono fatti come quello di Senago, l’uccisione di Giulia Tramontano incinta al settimo mese, occorre intervenire per modificare la legge. E’ quanto chiede una mozione, approvata a maggioranza, che impegna Consiglio e Giunta regionali a promuovere nelle opportune sedi istituzionali il riconoscimento normativo del duplice omicidio “quando la vittima di un delitto è una donna in stato avanzato di gravidanza”.
Il documento è stato proposto e illustrato da Alessandra Cappellari (Lega) la quale, introducendo l’argomento, ha ricordato che il brutale assassinio di Senago è soltanto l’ultimo di una lunga catena di episodi, spesso dimenticati nonostante il clamore mediatico dei primi giorni, tutti casi in cui agli assassini è stata inflitta una pena unicamente per l’omicidio della mamma. “Oggi -ha detto Cappellari- nel nostro ordinamento lo stato di gravidanza rappresenta un’aggravante, ma nello stesso tempo non si considera che certi efferati delitti vedono sopprimere due persone, compreso chi non può parlare e si trova in condizioni di particolare debolezza”.
Nel corso del dibattito sono intervenuti per la maggioranza i consiglieri Maira Cacucci (FdI), Riccardo Pase (Lega), Sergio Gaddi (FI), Silvia Scurati (Lega) e Marisa Cesana (Lombardia Ideale) per ribadire che “non si vuole toccare la 194” ma l’obiettivo è quello di sollecitare un intervento legislativo per prevedere una punizione equa del colpevole.
L’Assessore alla Famiglia e Pari Opportunità Elena Lucchini ha illustrato le prossime iniziative della Regione in occasione della Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne del prossimo 25 novembre. “Il tema trattato -ha detto- si inquadra in quello più ampio del contrasto alla violenza contro le donne che deve vederci tutti impegnati sempre di più. Anche la mozione discussa oggi rientra a pieno titolo in questa battaglia di civiltà”.
Le minoranze non hanno partecipato al voto e la decisione è stata motivata nel corso degli interventi di Paola Bocci (PD), Lisa Noja (Azione Italia Viva), Luca Paladini (Patto Civico) e Onorio Rosati (AVS). La condanna dei delitti è unanime, è stato detto da questi Consiglieri, tuttavia riconoscere personalità giuridica al feto rimetterebbe in discussione la legge 194 e creerebbe conflitti di interesse tra la donna e il bambino. Secondo le minoranze, perciò, l’argomento meriterebbe un approfondimento e piuttosto è necessario intervenire con urgenza, hanno aggiunto, per il riconoscimento del reato di femminicidio.

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