A Como c’è chi viene per il lago, chi per il Duomo e chi… per fregare i turisti. Sembra la trama di un vecchio film con Totò, solo che stavolta non siamo a Cinecittà ma sul lungolago lariano, dove i quattro protagonisti della vicenda – tutti cittadini rumeni, residenti nel milanese, tra i 21 e i 32 anni – hanno pensato bene di rispolverare il grande classico del gioco delle “tre campanelle”.
Un gioco d’azzardo che di regola non porta mai fortuna: né a chi ci casca, né – come in questo caso – a chi lo organizza. Il 19 giugno i quattro sono stati beccati dai Carabinieri di Como mentre, in perfetto stile “compagnia di giro”, si passavano cenni e sguardi per adescare ignari turisti. “Vinci facile”, sussurravano forse, mentre muovevano con destrezza bicchierini e palline come in un film in bianco e nero. Solo che questa volta il finale non prevedeva risate.
Dopo il deferimento all’Autorità Giudiziaria, è arrivata anche la stretta della Polizia di Stato: su proposta dei Carabinieri e con una relazione tecnica redatta dagli agenti della Divisione Anticrimine, il Questore di Como Marco Calì ha firmato quattro fogli di via obbligatori. Tradotto: per un anno niente più Como per i quattro “illusionisti del marciapiede”.
Como, ormai consacrata a città turistica di fama internazionale, è diventata terreno fertile per ogni tipo di pellegrinaggio – culturale, gastronomico e, purtroppo, anche truffaldino. Il lago attira meraviglie e meravigliati, ma come insegnava Totò: quando c’è folla, c’è sempre qualcuno che vende la Fontana di Trevi.
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