L’ultimo rapporto dell’IPCC (Interngovernmental Panel on Climate Change, il gruppo intergovernativo di esperti in cambiamenti climatici) è allarmante: la crisi climatica che stiamo attraversando sta accelerando sempre di più.

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Basta citare qualche dato per comprendere la gravissima situazione del nostro pianeta: nel 2019, le concentrazioni atmosferiche di Co2 erano le più alte degli ultimi 2 milioni di anni e quelle dei principali gas serra (metano e biossido di azoto) le più elevate degli ultimi 800mila anni. Negli ultimi 50 anni la temperatura della terra è cresciuta a una velocità che non ha uguali così come il livello dei mari.

“Leggendo il rapporto diffuso nei giorni scorsi, che può essere definito il punto di riferimento mondiale sugli studi relativi al cambiamento climatico globale, le preoccupazioni sono confermate. La terra si sta surriscaldando sempre più in fretta e il clima sta cambiando sempre più rapidamente”.

Il rapporto evidenzia quanto questo fenomeno stia influenzando gli eventi estremi localizzati e i nostri territori flagellati sono un chiaro esempio nello scenario globale. Le devastanti alluvioni e le violente grandinate che si sono verificate qualche settimana fa sul Lago di Como sono a pieno titolo disastri figli dei cambiamenti climatici oltre che dell’incuria.

Dal rapporto scopriamo un altro aspetto importante: il lockdown mondiale dello scorso anno è stato un esperimento in cui per alcuni mesi si sono bloccate il grosso delle emissioni di gas climalteranti, ma questa sospensione temporanea non è bastata a cambiare la rotta. Questo dimostra che per incidere su quella che si rivela la più grande sfida dell’uomo servono misure strutturali di lungo periodo da adottare in fretta, prima che sia troppo tardi. E’ necessario che la politica agisca immediatamente con interventi decisi e tempestivi volti a raggiungere il prima possibile la neutralità carbonica”.

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