Proiezione della Prima del Teatro alla Scala ed esposizione dei disegni e dei tessuti originali dei costumi elaborati da Franca Squarciapino
Lariofiere, 7 dicembre 2023 ore 17:30
Il 7 dicembre è la giornata in cui, tradizionalmente, Milano si prepara a rinnovare l’appuntamento con l’opera lirica, inaugurando la stagione 2023-2024 del Teatro alla Scala. Per l’occasione, Fondazione Lariofiere vuole offrire al pubblico un’occasione unica: nella propria sede, proietterà in diretta la versione integrale della Prima Scaligera “Don Carlo” e offrirà al pubblico, in anteprima assoluta, l’esposizione dei bozzetti dei costumi originali della costumista premio Oscar, Franca Squarciapino.
Il programma prevede, giovedì 7 dicembre, l’apertura delle porte di Lariofiere dalle 17.30. L’evento sarà introdotto dalle parole del professore e musicologo Stefano Lamon, personalità di spicco del Teatro Sociale di Como, che introdurrà il pubblico nel vivo dello spettacolo.
Alle 18, via alla diretta dell’opera verdiana, la cui durata è di circa tre ore e mezzo, con due intervalli di una trentina di minuti durante i quali sarà possibile visitare l’esposizione dei disegni e dei tessuti originali dei costumi elaborati da Franca Squarciapino. L’ingresso è gratuito, su prenotazione o invito.
L’evento fa parte della rassegna culturale “Aspettando il Museo”, di cui la costumista è organizzatrice in collaborazione con Fondazione Lariofiere. Scopo dell’iniziativa culturale è coinvolgere la comunità, mantenendo viva la consapevolezza e l’attenzione nei confronti della futura apertura del Museo di Villa Candiani, che ospiterà le opere della collezione Frigerio Squarciapino.
Franca Squarciapino è stata chiamata ad aprire la stagione scaligera per la settima volta e, per l’occasione, ha voluto dedicare alla comunità del nostro territorio una rassegna di inestimabile valore, esponendo, in anteprima assoluta, i disegni dei costumi in scena. Si è trattato di un anno molto intenso, per Franca Squarciapino, premio Oscar nel 1991 per i costumi del film “Cyrano de Bérgrac” di Jean-Paul Rappenau, chiamata dal teatro scaligero per l’apertura della Prima del 7 dicembre, oltre che dal Pompeii Theatrum Mundi per i costumi de “Le nozze di sangue” di Federico Garcìa Lorca e dal Teatro de la Zarzuela di Madrid per ‘’Il Cavaliere di Olmedo” di Lope de Vega.
La ricerca artistica della costumista per il “Don Carlo” emerge dai suoi bozzetti: un lavoro di grande studio operistico, di cura del dettaglio e di attenzione per ciascun personaggio. Per Squarciapino, il disegno è il fulcro del suo lavoro: “Alla base di tutto c’è il disegno. Prima elaboro i bozzetti e, in un secondo tempo, avviene la scelta dei tessuti”, spiega. Per la maggior parte dei suoi lavori, Squarciapino si affida alle aziende comasche, soprattutto per la varietà di sete.
In particolare, per l’occasione, l’azienda Taroni ha fornito alla costumista le sete per realizzare i maestosi abiti dei protagonisti. La collaborazione tra Franca Squarciapino e Michele Canepa, proprietario dell’azienda, era già assodata, sin dagli anni in cui la costumista ha lavorato per l’Opéra di Parigi. Per l’occasione, tale collaborazione si è dimostrata cruciale, concretizzando le intenzioni e il lavoro artistico di Franca Squarciapino.
Per quanto riguarda l’opera di apertura della stagione scaligera 2023-2024, il 7 dicembre andrà in scena l’edizione integrale del 1884, rielaborata da Verdi per il Teatro alla Scala con la riduzione da cinque a quattro atti. “Don Carlo” è una tra le opere verdiane più enigmatiche e, allo stesso tempo, più avvincenti.
La vicenda è in gran parte romanzata: ambientata nella Spagna di metà Cinquecento, in scena i personaggi storici tratti dal dramma schilleriano “Don Carlos, Infant von Spanien”. La complessa struttura della trama prevede l’intreccio di conflitti personali, politici, religiosi e morali, concentrati in un complesso finale dai tratti metafisici.
Il direttore dell’opera è Riccardo Chailly che, dopo aver ripercorso lo sviluppo dei primi anni creativi di Verdi con le inaugurazioni di stagione dedicate a Giovanna d’Arco, Attila e Macbeth, torna a un capolavoro della maturità del compositore. Il dramma politico del poeta, filosofo e drammaturgo tedesco Friedrich Schiller, andato in scena per la prima volta nel 1787 ad Amburgo, riadattato per la Scala da Verdi, è stato storicamente un appuntamento immancabile per i maestri scaligeri, da Tullio Serafin ad Arturo Toscanini fino a Claudio Abbado e Riccardo Muti.
Per la nuova produzione, torna alla Scala Lluís Pasqual che, dall’esperienza del Teatre Llure di Barcellona, agli anni con Strehler al Piccolo e all’Odéon di Parigi, ha fatto del Barocco una costante della sua attività. L’ambientazione barocca è ulteriormente valorizzata dalle imponenti scenografie di Daniel Bianco: tutta la vicenda è rappresentazione, ogni dettaglio e scelta scenografica contribuisce a creare un’atmosfera di festa.
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