Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” ha presentato al Comune le proposte per la variante urbanistica
La riqualificazione delle aree dismesse nel centro di Erba è un’occasione più unica che rara per ridisegnare la città. Ma il recupero di questi comparti deve essere unito allo stop definitivo al consumo di nuovo suolo.
E’ questo, in estrema sintesi, il senso delle proposte che come Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” abbiamo presentato al Comune di Erba in vista della variante al Piano di Governo del Territorio (PGT). Come associazione abbiamo sottolineato che la riqualificazione delle aree industriali dismesse del centro (ex Gasfire, Molino Mottana, Enel, Meroni) possa davvero rappresentare l’occasione per ridisegnare la città. Ma il recupero dovrebbe avvenire anzitutto pensando a nuovi spazi urbani, quali parchi verdi e alberati, piazze e vie pedonali, percorsi riservati alle biciclette.
In ogni caso, il recupero e la riqualificazione delle aree dismesse devono essere governati dal Comune, che deve dare indicazioni precise sulle destinazioni d’uso, sul riutilizzo degli spazi e dei volumi, e non il contrario ovvero che i proprietari privati sviluppino il recupero secondo i propri specifici interessi immobiliari.
Nel contempo occorre anche un ripensamento viabilistico, con divieto di ingresso alle auto nel centro città (es. ZTL) e con ‘Zone 30’ (limitazione della velocità a 30 km/h), definendo appunto nuove aree pedonali e piste ciclabili che ad oggi, di fatto, non esistono a Erba.
Tutti questi temi urbanistici e viabilistici devono però essere associati al contemporaneo ‘stop al consumo di suolo’. Nello specifico, il Comune non solo deve non pianificare nuove aree di edificazione, ma deve cancellare da subito tutte le previsioni urbanistiche non ancora attuate: facciamo l’esempio dell’area di San Maurizio e della zona di via Como.
Se si perde questa doppia occasione ‘storica’ – ovvero lo stop al consumo di suolo e la riqualificazione ‘governata’ delle aree dismesse – , Erba continuerà ad essere una cittadina caotica e mal gestita a livello urbanistico e viabilistico. Un retaggio dei decenni passati, dagli anni ’60 del secolo scorso, ulteriormente peggiorata anche nell’ultimo periodo. Una città senza un cuore sociale e culturale, invasa dalle auto in centro e dalla cementificazione delle ultime aree verdi nell’area urbana, cosa quest’ultima, continuata negli ultimi anni con, ad esempio, l’edificazione nell’area di via Galilei e di quella ancor più vasta di via Monti.
In definitiva la variante generale al PGT deve diventare l’occasione per ridisegnare una città a misura di uomo e di ambiente. Ma per far questo servono Amministratori pubblici lungimiranti, che sappiano pianificare sulla base dell’interesse comune e del futuro della città, non in base alla logica dei valori immobiliari degli spazi urbani. Per fare questo serve una visione diversa da chi pensa che, per risolvere i problemi della città, si debbano progettare nuovi parcheggi in centro!
Si ricorda che Erba è uno dei comuni della provincia di Como con il più elevato consumo di suolo, con una percentuale di ‘cementificazione’ pari al 27% del territorio comunale, dato ancor più marcato se dal calcolo dovessimo sottrarre il territorio non ‘urbano’, ovvero la parte montuosa e lacuale, quest’ultima inserita in parte nel Parco Valle Lambro. Addirittura nel periodo 2006-2022 a Erba sono spariti, ovvero cementificati, più di 16 ettari di suolo, pari a 24 campi di calcio di Serie A. Su quest’ultimo dato abbiamo calcolato il costo derivante dal consumo di suolo (secondo i parametri proposti dal Forum Salviamo il Paesaggio https://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/02/al-via-la-campagna-tutti-i-costi-del-suolo-perduto/ ), che arriva a superare i 23 milioni di euro, costo che il Comune di Erba dovrebbe inserire nel proprio bilancio ambientale e sociale.