L’assessore regionale Alessandro Fermi ha lanciato un appello al sindaco di Como, invitandolo a riconsiderare il piano di chiusura di alcuni plessi scolastici. Durante una conferenza stampa, Fermi ha dichiarato: “La decisione è esclusivamente del sindaco di Como. Regione Lombardia non autorizza, ma prende atto delle decisioni dei singoli comuni. Tuttavia, la Regione raccomanda un ampio sistema di concertazione, cosa che in questo caso non è avvenuta”. L’assessore ha espresso preoccupazione per l’assenza di un confronto aperto con la comunità e ha criticato la fretta con cui si sta procedendo: “Servirebbe un piano chiaro di almeno quattro o cinque anni, per dare certezze alle famiglie”.

Fermi ha anche sottolineato che la chiusura delle scuole non comporta necessariamente risparmi economici, a meno di non lasciare in rovina gli edifici o alienarli: “La mia visione politica è a favore della scuola diffusa, che valorizza i territori periferici, non quella dell’accentramento”.

Il consigliere regionale Angelo Orsenigo ha espresso solidarietà alle famiglie, evidenziando la mancanza di dialogo: “Non c’è stato un percorso di condivisione con i genitori, nonostante il Comune parli di collaborazione. Siamo di fronte a una decisione imposta, che non considera le preoccupazioni dei cittadini”. Anche il consigliere Sergio Gaddi ha criticato duramente l’amministrazione comunale, accusandola di manipolare i dati: “Chiudere una scuola non è un risparmio, è un danno economico. I numeri vengono usati in modo strumentale e distorto, creando confusione piuttosto che informazione”.

Marisa Cesana ha infine sottolineato l’importanza di investire nelle scuole: “L’istituzione scolastica è fondamentale per il futuro delle nostre comunità. Non possiamo pensare solo a pareggiare i conti, dobbiamo garantire una continuità educativa per tutti i bambini”.

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