Facciamo gli antipatici. Ho partecipato alla serata organizzata da commercianti e Comune di Erba settimana scorsa. Molto interessante vedere e ascoltare il punto di vista di tutte le parti nell’analizzare la situazione non semplice del commercio erbese (e non solo, ovviamente è un problema diffuso). Non vi racconterò tutto, anzi, parlerò solo di un punto: la cortesia e la simpatia. Nel questionario che il Comune di Erba ha diffuso nel mese di agosto tra commercianti e cittadini uno dei molteplici punti che risultavano critici era la cortesia e la gentilezza degli addetti alle vendite dei negozi erbesi. Ripeto: UNO di PARECCHI. Siccome questa cosa, a mio avviso, è vera a metà ho voluto fare un piccolo esperimento: sono entrato per la prima volta in un bar (vi dico solo che è dentro i confini del comune di Erba, ma non vi dico quale) dove non ero mai entrato, alle otto del mattino, per prendere un semplice caffè e una brioche (o cornetto), facendo caso al trattamento. Ecco come è andata: entro, mi avvicino al banco, una cliente sta consumando al banco la sua colazione. Sono al banco, vicinissimo al banco, lo sfioro con la pancia. Tre ragazze al di là del banco: una si volta di spalle e pulisce la macchina del caffè, un’altra fa pagare l’altra cliente e se ne va nel retro. La terza è sparita prima che arrivassi al banco. Paziento quaranta secondi senza dire nulla (cronometrate, non sono pochi per un caffè). Rispuntano le due ragazze che sussurrano qualcosa di divertente alla terza, che ancora mi da di spalle. Ridono. Spariscono di nuovo, questa volta tutte e tre, una accenna a un “‘nattimo“‘. Paziento altri trenta secondi in piedi con la pancia al bancone. Sono solo al bancone, nessuno nel bar. Torna una delle ragazze e (senza alcun sorriso e senza guardarmi, trafficando con tazzine e altro) dice: “Dica.” Io, sorridendo: “Buongiorno, vorrei una brioche e un caffè macchiato, grazie.” Si rivolta di spalle, fa il caffè… “Brioche come?” – “Come le avete?” – “Vuota, pistacchio, marmellata…” la interrompo, “Pistacchio va benissimo, grazie.” . Mi porge il caffè, la brioche e se ne va. Esce un’altra delle tre… “Le pago caffè e brioche”, il totale lo devo leggere io sul display… pago, mi porge il resto, prendo e saluto con un “Grazie e buona giornata!” che tonfa nel silenzio del locale. Com’era il caffè? Buono. Com’era la brioche? Buona. Ci tornerò? Non credo. Ci sono ottimi caffè e ottime brioche in tutta la città. Ma io, come credo molti altri, non cerco solo caffè e brioche, cerco un contatto per sentirmi vivo, considerato, un saluto e un sorriso e se sono al bar da solo mi aspetto che quel contatto arrivi dal barista. E posso anche capire che sorridere e salutare tutto il giorno possa essere estenuante, ma non si può essere stanchi di essere gentili alle otto del mattino.
Ovvio, non sono così tutti, sarò capitato in un momento particolare, moltissimi commercianti erbesi sono gentilissimi professionisti e ci sono anche clienti che andrebbero presi a sberle per come si comportano. Ma questo è uno spunto di riflessione e da qui, a mio avviso, si deve partire con dei progetti di miglioramento del commercio erbese.
Intanto, sempre per stimolarvi… avete mai visto il Corso per Esercenti Liguri? Ecco:
https://www.youtube.com/watch?v=t8OU3elTOqI
(… e non finisce qui.)
Raccontateci la vostra esperienza, nel bene e nel male (senza fare nomi, siamo qui per costruire, non per distruggere)