Trezzi: “Costi di produzione sono cresciuti di oltre il 57%, così le imprese rischiano la chiusura”

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“La decisione di Granarolo tramite la cooperativa Granlatte di riconoscere agli allevatori per i conferimenti un prezzo minimo alla stalla di 48 centesimi al litro, al quale aggiungere Iva e premio qualità, è una scelta responsabile che ci auguriamo venga seguita da tutti i grandi gruppi industriali e cooperativi per garantire la sopravvivenza dell’allevamento italiano”. Lo afferma rimarca Coldiretti Como Lecco nel riprendere le parole del presidente nazionale Ettore Prandini nell’esprimere apprezzamento per la delibera adottata dal più grande gruppo cooperativo italiano aderente a Filiera Italia.

“Per l’effetto congiunto dell’aumento dei costi energetici e dei mangimi il settore dei bovini da latte – sottolinea il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi – ha subito incrementi di costi pari al 57% secondo il Crea che evidenzia il rischio concreto di chiusura per la maggioranza degli allevamenti italiani che si trovano costretti a lavorare con prezzi alla stalla al di sotto dei costi di produzione. Un rischio per l’economia, l’occupazione e l’ambiente ma anche per l’approvvigionamento alimentare del Paese in un settore in cui l’Italia è dipendente dall’estero per il 16% del proprio fabbisogno”.

Fortunato Trezzi, Coldiretti Como-Lecco

“L’adeguamento dei compensi è necessario per salvare le 26mila stalle da latte italiane sopravvissute che garantiscono una produzione di 12 milioni di tonnellate all’anno che alimenta una filiera lattiero-casearia nazionale, che esprime un valore di oltre 16 miliardi di euro ed occupa oltre 100.000 persone con una ricaduta positiva in termini di reddito e coesione sociale” sottolinea la federazione Coldiretti nel sottolineare che “la stabilità della rete zootecnica italiana ha un’importanza che non riguarda solo l’economia nazionale ma ha una rilevanza sociale e ambientale perché quando una stalla chiude  si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate.

Quello del latte – conclude la Coldiretti Lombardia – è anche uno dei comparti chiave dell’agroalimentare lombardo, con la nostra regione che da sola produce il 45% di tutto l’oro bianco nazionale grazie a una rete di 5mila allevamenti.

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