Sabato 28 maggio Villa Carlotta propone una visita tematica dedicata alle celebrazioni canoviane per i duecento anni dalla morte del grande scultore neoclassico, Antonio Canova. Partendo dalla mostra in corso Il Palamede di Antonio Canova  (28 aprile-5 giugno 2022) e nell’ambito del programma Canova a Villa Carlotta 1822/2022, durante la visita guidata sarà possibile ricostruire le riflessioni del grande scultore sulle fonti letterarie e visive che condussero alla genesi della scultura di Palamede, simbolo della collezione Sommariva.

Un approfondimento sul mondo e le ispirazioni del divino scultore, analizzando il suo procedimento di ideazione e creazione e persino il rapporto con allievi e committenti, con l’obiettivo di rivivere le atmosfere di quel tempo pieno di ideali fra le stanze di Villa Carlotta.

Costo: € 4,00 (da aggiungersi al ticket di ingresso). Info e prenotazioni nella sezione “eventi” del sito www.villacarlotta.it

In occasione del secondo centenario della morte di Antonio Canova (1757 – 1822), Villa Carlotta celebra l’eredità di uno dei più grandi maestri della scultura di tutti i tempi, in grado di trasformare l’idea stessa della scultura e la sua tecnica, di creare capolavori immortali, diventati popolari e riprodotti in tutto il mondo. La prima iniziativa del programma “Canova a Villa Carlotta 1822/2022” è la mostra dossier dedicata al Palamede,  inaugurata giovedì 28 aprile, a cui seguiranno altre attività volte ad esplorare l’universo canoviano attraverso i capolavori custoditi a Villa Carlotta: dal Palamede al gesso originale della Musa Tersicore, fino alle copie antiche di Amore e Psiche e della Maddalena penitente.

La mostra dossier “Il Palamede di Antonio Canova” ruota intorno all’opera simbolo di Villa Carlotta e intende invitare il pubblico a intraprendere un inedito percorso alla riscoperta dell’autore, attraverso il confronto tra le opere del museo e alcuni importanti prestiti, provenienti da collezioni pubbliche e private. Corteggiato dai potenti, idolatrato da collezionisti di mezza Europa, facoltosi viaggiatori che durante il Gran Tour passavano per la sua bottega romana, Canova seppe farsi interprete dell’ideale classico in opere di grande fascino e sorprendente modernità, in quell’epoca di grandi cambiamenti segnata dalla Rivoluzione francese e dal regime napoleonico.

La mostra si apre con un prestito d’eccezione, il “Ritratto di Giovanni Battista Sommariva” di Andrea Appiani proveniente dall’Accademia Carrara di Bergamo, che traduce mirabilmente – tra luci e ombre – l’immagine dell’antico proprietario di Villa Carlotta, potente politico al servizio di Napoleone Bonaparte e spericolato affarista, ma soprattutto raffinato collezionista delle opere canoviane. Nella sua fulminante parabola politica, bruscamente interrotta dall’accusa di aver ricavato le sue immense ricchezze da spregiudicate speculazioni economiche, si poteva facilmente proiettare la storia di Palamede, ingiustamente accusato di tradimento da Ulisse e condannato a morte.

Sarà Canova a consegnare all’immortalità questo eroe della guerra di Troia, inventore dei dadi, degli scacchi e dell’alfabeto, che fu dimenticato da Omero. Dai disegni (originali e riproduzioni) attraverso i libri antichi che hanno suggerito le invenzioni dell’artista, la mostra racconta le vicende che hanno portato alla nascita di un emozionante capolavoro, risultato di uno dei più intensi dialoghi di tutti i tempi tra mecenate ed artista.

Tra le opere esposte, infatti, ci sono anche la raffinatissima edizione illustrata, stampata da Giambattista Bodoni, dell’opera di Gherardo De Rossi, “Scherzi poetici e pittorici”, che riporta la dedica di Vincenzo Monti “Al Sig.r Conte Sommariva” e l’“Opera Omnia” di Filostrato, pubblicata a Lipsia nel 1709, dalla quale Canova ha ricavato la storia dell’eroe. Si tratta di una testimonianza affascinante della passione collezionistica del bibliofilo Sommariva e dei suoi contatti con i circoli letterari dell’epoca, che ci suggeriscono la sua familiarità con quelle fonti letterarie dalle quali sono nate le sculture di Canova. In mostra sarà esposta anche la stampa dell’incisore Pietro Bettellini su disegno di Jean Baptiste Joseph Wicar che riproduce il Palamede di Canova, donata a Villa Carlotta proprio per questa importante occasione da Trippini Stampe antiche.

La fortuna della scultura è testimoniata dalla raffinata collezione di calchi in gesso, tratti da gemme incise, dalle incisioni, dalle fotografie d’epoca. La mostra si chiude con una serie di immagini del Palamede nella sua collocazione nel salone dei marmi, in uno nello spettacolare allestimento voluto dal Duca Giorgio II di Sassonia Meiningen che è stato mantenuto fino all’inizio degli anni Duemila, quando l’opera è stata allestita in una sala a lei interamente dedicata, tra due specchi, come l’aveva voluta il suo antico proprietario.

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