Se avete mai pensato che l’amore a sessant’anni fosse una faccenda risolta, Emilio Rizzi vi smentirà con calma, precisione e una tazza di ironia ben zuccherata.
Il suo Finché la bocca non sanguina è il manuale di sopravvivenza sentimentale di chi ha smesso di credere negli amori eterni, ma non ha perso la voglia di ricominciare — possibilmente con dignità e un po’ di humour.
Il protagonista, Walter, è un uomo che parla come pensa: troppo, e spesso bene.
Ha alle spalle un matrimonio naufragato, una discreta collezione di silenzi, e un talento speciale per complicarsi la vita con una donna più giovane — “la ragazza”, mai chiamata per nome, come se fosse un archetipo o un promemoria.
Con lei alterna messaggi, tentativi, sparizioni e ritorni: una danza moderna in cui il passo di valzer è sostituito dal suono della notifica.
A raccontargliela, o meglio a decostruirla, c’è Giulia: amica, confidente, terapeuta non retribuita.
I due dialogano come in un film in bianco e nero: lui analizza, lei smonta; lui si illude, lei sospira; e insieme riescono a produrre più filosofia in un caffè che in un corso universitario di etica delle relazioni.
Il bello del libro è che non pretende di insegnare nulla.
Non salva l’amore, non lo condanna: lo descrive mentre si sgretola, e riesce pure a farci sorridere.
C’è un’ironia tenera, mai compiaciuta, che fa sembrare tutto leggero — anche quando duole.
E c’è un titolo che non si dimentica: Finché la bocca non sanguina.
Un modo elegante per dire: continua a parlare, a spiegarti, a baciare, fino a quando ti accorgi che l’unica cosa vera è il silenzio che resta.
Alla fine si capisce che Walter non è un eroe tragico, ma un uomo che ha imparato la forma più difficile di coraggio: accettare che non tutto ciò che sanguina è una ferita.
Un libro ironico, malinconico, profondamente umano — che parla di relazioni senza anestesia e senza colonna sonora.
Solo un’armonica, in sottofondo.
E una voce che, con dolce ostinazione, non smette di cercare la nota giusta.
Lo trovi su Amazon Alla mostra Artigianato – stand Opificio Zappa – fino al prossimo 3 novembre e alla libreria Colombre di Erba.
