Le esportazioni brianzole di beni in valore cresceranno nel dell’9%, bilanciando quanto “perso” nel 2020 . Un recupero che consentirà alla Brianza  di mantenere stabile la propria quota di mercato  anche nel 2021. La dinamica delle  vendite all’estero si manterrà, anche per i prossimi tre anni, più marcata rispetto ai tassi pre-pandemia. 

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Quest’anno rimarrà invece soltanto limitato il recupero dell’export  di servizi (+4,4%), maggiormente colpito – specie nella componente del turismo  dalla perseverante incertezza.

La vera e propria ripresa avverrà solamente nel 2022. I beni di consumo quest’anno non riusciranno ancora a recuperare completamente, complici le continue difficoltà del tessile e abbigliamento, in parte bilanciate dalle previsioni  lievemente  più favorevoli per altri consumi e prodotti in legno. Mantenendo una quota importante  sull’export, i beni di investimento supereranno i valori del 2019, sulla spinta di apparecchi elettrici e meccanica strumentale, che beneficeranno dei piani di rilancio varati da diversi partner commerciali. Anche in un anno segnato dalla pandemia  e dalla  crisi economica che ne è seguita, l’agroalimentare, nel 2020 rispetto ad altri settori, ha tenuto  sui mercati esteri registrando addirittura un incremento dell’1,2%, sebbene con andamenti molto differenziati a livello merceologico. Gli effetti dello stop forzato alle attività ricettive e ricreative della filiera Horeca. sono stati infatti in parte  contenuti dall’aumento della spesa per i consumi domestici nonché dal maggiore impiego  di soluzioni di food delivery, iniziate a diffondersi durante la pandemia e destinate a rimanere. Il Made in Italy anche in Brianza gioca un ruolo fondamentale, trainando la crescita dell’export agroalimentare, grazie all’ottima performance di prodotti come la pasta, i formaggi, le conserve di pomodoro. L’UE si conferma l’area più importante  per le esportazioni agroalimentari , seguono Nord America  e Asia.Il valore dell’export nel mercato agroalimentare è in continua evoluzione e aumenterà dell’11% nel 2021 rispetto al  2020. L’agroalimentare  infatti è il comparto che ha risentito meno della crisi pandemica, non essendo stato colpito da particolari restrizioni o fermi produttivi. Le vendite all’estero per l’anno in corso  sono infatti  previste in crescita (+11%). Ma a presiedere la ripresa del settore agroalimentare  sono anche i cambiamenti di consumo. Nel 2022 si mangerà più italiano e biologico  . La pandemia  ha cambiato la relazione dei consumatori con il cibo, mettendo in rilievo  una primaria  attenzione per la salute  e l’ambiente, con una propensione per il cibo italiano, biologico e locale. Entro il 2024 si prevede un ritorno a ritmi di sviluppo accelerati per gli scambi mondiali. Fra i segmenti più dinamici si evidenziano l’export dei servizi di hospitality che saranno   guidati dai comparti Caffe e macchine, panificazione e pasticceria.

Francesco Megna

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