“LA GHISALLO” ciclostorica d’Epoca.
La manifestazione che vuole far rivivere anche sulle sponde del Lario il fascino del ciclismo “rude” è arrivata alla sua sesta edizione.
Sono previsti circa un centinaio di partecipanti che converranno al Ghisallo, uno dei luoghi iconici del ciclismo internazionale, provenienti da varie regioni italiane ed anche dall’estero tutti equipaggiati con biciclette d’epoca anteriori al 1987 (quelle senza cambi al manubrio, freni a disco e pedali con sgancio rapido) e con abbigliamento rigorosamente consono a quegli anni.
La manifestazione è divisa in due appuntamenti: “La staffetta a squadre Bellaggio- Ghisallo” (sabato) e la “Ciclostorica” (domenica) che partendo dal GHISALLO passa per i Barni, Lasnigo, Asso, Sormano, Caglio, Rezzago, ancora Asso, Canzo, Castelmarte, Ponte Lambro, Erba, Longone al Segrino, Eupilio, per poi ripassare in Canzo, Asso, Lasnigo, Barni, ed arrivare a Magreglio colle del Ghisallo.
Lungo il percorso sono previsti anche tre ristori il primo a SORMANO ai piedi dell’omonimo “MURO”, il secondo a ERBA all’interno del Parco MAJNONI, il terzo a CANZO presso la Gelateria IL TARTUFO VOLANTE poi all’arrivo il GRAN RISTORO FINALE, con le varie premiazioni.
“Lo scopo dell’iniziativa” dicono gli organizzatori della Polisportiva Ghisallo A.S.D. “Non organizzare solo una pedalata tra amici con bici d’epoca, ma far conoscere sempre più il territorio della “Vallassina” con i suoi centri storici, le chiese romaniche, ed i borghi antichi conservati nel tempo, con le loro stradine strette percorrendole con un mezzo ecologico “la bicicletta”.
A corredo della manifestazione sportiva vi sarà la possibilità di visitare il mercatino delle biciclette ed i ricambi VINTAGE.
Per tanto questa manifestazione sicuramente è a carattere sportivo, turistico, ma soprattutto culturale. Il tutto per poter esaltare i profondi legami che uniscono tutti i Comuni dell’alta Vallassina al colle del GHISALLO.
Ospite della manifestazione Imerio Massignan, il primo a riuscire nell’impresa di scalare il “Muro di Sorsano” senza appoggiare i piedi a terra lungo la salita.