Una mostra virtuale, in progress, on line da venerdì 3 aprile 2020, ore 17 La primavera è arrivata, e il Museo Villa Bernasconi a Cernobbio (CO) propone ai suoi visitatori una gita virtuale all’aperto con tanto di pic nic!
Il Museo è, infatti, chiuso al pubblico a causa dell’emergenza Covid-19 ma #lacasacheparla è un museo interattivo che ha sempre tanta voglia di accogliere i suoi ospiti, stimolandoli alla partecipazione attiva, alla condivisione e alla creatività e ha quindi ideato una proposta virtuale per tenersi in contatto anche stando lontani. E cosa c’è di più primaverile e festoso di un bel pic nic? Da venerdì 3 aprile 2020 sul sito di Villa Bernasconi www.villabernasconi.eu sarà visitabile la mostra virtuale “Racconti sull’erba. Fotografie e storie di pic nic a cavallo tra Otto e Novecento”, curata da Elena Franco, che propone una serie di immagini scelte dalla sua collezione di fotografie d’epoca, scattate a cavallo fra Otto e Novecento. Si tratta di fotografie anonime, a tema pic nic, attorno a cui Elena Franco ha raccolto storie e racconti che le sono stati inviati dai suoi contatti attraverso la pagina Instagram _pik_nik_. Lanciata lo scorso 21 marzo – primo giorno di primavera – la pagina è stata aggiornata ogni giorno con uno scatto: ne è nato un progetto spontaneo, senza regole prestabilite, ma aperto ai contributi più diversi, in questo tempo sospeso che ci permette di guardare più a fondo e vedere mondi nuovi, anche attraverso piccole immagini scattate da sconosciuti. Le fotografie della mostra virtuale, che provengono da Europa e Stati Uniti, sono state scelte tra quelle più rappresentative del periodo di maggior splendore di Villa Bernasconi – la Belle Époque – e mostrano, oltre all’evolversi del costume, anche una nuova modalità di consumo del cibo, in un clima informale, a contatto con la natura.Se, infatti, a partire dal XVIII secolo, la nobiltà era solita consumare i pasti durante le battute di caccia direttamente sul posto, è a partire dal XIX secolo che la moda del pic nic – nei prati, in riva al fiume, in montagna, in spiaggia – si consolida per diventare una delle attività di svago preferite da tutti i ceti sociali a inizio Novecento, anche grazie alla facilità di spostamento favorita dall’uso della bicicletta e, poi, dell’automobile. Le fotografie, scattate da sconosciuti e raccolte pazientemente in anni di ricerca, testimoniano anche il passaggio della fotografia da attività per pochi ad attività popolare, grazie all’invenzione di macchine fotografiche per “dilettanti”, come la Kodak Brownie, per la produzione di fotografie in ambito familiare, a testimonianza di momenti speciali e conviviali. Ogni settimana la mostra verrà arricchita da nuove foto e racconti oltre che da contenuti speciali sui social di Villa Bernasconi e sul profilo Instagram _pik_nik_: un motivo in più per rimanere connessi. L’esposizione è a cura di Elena Franco, direttore artistico di FAN – Fondazione Arte Nova. Villa Bernasconi, sede del Museo, è uno dei rari esempi di architettura Liberty sul Lago di Como ed unica villa cernobbiese aperta al pubblico; venne edificata tra il 1905 e il 1906 su progetto dell’architetto Alfredo Campanini come “casa alla moda” per l’ingegnere Davide Bernasconi che, di origine milanese, fondò le omonime Tessiture Seriche a Cernobbio sul finire del XIX secolo.
IL MUSEO DI VILLA BERNASCONI
Inaugurato nel 2017, il Museo di Villa Bernasconi è un’originale realtà museale ospitata nell’omonima splendida villa Liberty a Cernobbio, sul Lago di Como. Non un museo nel senso tradizionale del termine, bensì un’esperienza fatta di suggestioni e connessioni guidate dalle #vocidivilla: un percorso innovativo e interattivo tra contenuti multimediali, oggetti e documenti storici in prestito da collezioni museali e private, ma anche attraverso esperienze multisensoriali. Il museo è il fulcro di “Liberty Tutti”, progetto sviluppato dal Comune di Cernobbio in partenariato con la Cooperativa Sociale Mondovisione per creare un modello di gestione sostenibile di Villa Bernasconi che valorizzi il coinvolgimento dei giovani, sia in termini di creatività che di professionalità, avvalendosi anche delle nuove tecnologie. Per questo motivo le installazioni interattive sono state realizzate da Sfelab, Olo Creative Farm, Rataplan, Antiorario Video. “Liberty tutti” è cofinanziato da Fondazione Cariplo (Bando Patrimonio Culturale per lo sviluppo. Anno 2015). L’iniziativa è stata inoltre realizzata con il contributo di Regione Lombardia (Bando Territori Creativi, finalizzato alla promozione dei temi moda e design attraverso le nuove tecnologie) e prevede il coinvolgimento, a vario titolo, di numerose e importanti istituzioni museali e culturali del territorio e non solo, come la Pinacoteca Civica di Como, il Museo della Seta, il Museo del Cavallo Giocattolo, il Teatro Sociale di Como, l’Associazione Arte&Arte, Como Città dei Balocchi, Fondazione Alessandro Volta, Fondazione Arte Nova.
IL CONCEPT DEL MUSEO
Il concept del museo è quello della “casa che parla”: è la stessa Villa Bernasconi, infatti, a guidare il visitatore nel percorso museale attraverso il racconto in prima persona. Una nuova idea di museo che coinvolge il visitatore attivamente ed emotivamente, ponendolo al centro della narrazione e trasformandolo in un “ospite”. La visita, che inizia già all’esterno dell’edificio con alcune suggestioni sonore, si struttura sui due piani nobili della Villa, ma il percorso non è vincolato e il visitatore può muoversi liberamente tra le stanze, proprio come in una casa.Al piano rialzato viene raccontato il contesto storico, artistico e culturale del periodo di edificazione della villa (ovvero i primi del ‘900 e la Belle Epoque), di cui la villa stessa ben simboleggia le trasformazioni sociali, economiche, culturali ed estetiche, e di cui rappresenta l’intrinseco spirito di modernità.Al piano superiore viene invece raccontata la storia dell’imprenditore primo proprietario della villa, Davide Bernasconi, quella della sua famiglia e soprattutto dell’azienda da lui fondata, le Tessiture Bernasconi, con un focus sul ruolo innovativo e sulla ricaduta che la sua attività imprenditoriale ha avuto per tutto il distretto serico comasco e per il territorio, in diretto confronto con la creatività innovativa contemporanea.