In occasione degli ultimi tagli che hanno interessato gli olmi della parte alta di via Don Orione a Buccinigo e che hanno fatto tanto discutere soprattutto i cittadini abbiamo sentito il parere, in qualità d’esperto, di Simone Sirtori, garden designer e titolare dello storico negozio di Erba, Sorelle Tagliabue.

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“Gli olmi sono stati abbattuti in quanto pericolanti perchè cariolati”. Afferma senza mezze misure Sirtori, “Un’evidenza visibile a chiunque. Le piante si sono trovate in quello stato a causa delle cattive potature eseguite negli anni passati e l’apparato radicale è stato compromesso dalla presenza della strada. Le alberature stradali” prosegue Sirtori” non sono eterne proprio per questi motivi e altri fattori che ne dimezzano la longevità rispetto al loro habitat naturale. In tutte le città sono previsti piani di piantumazione per ripristinare il verde compromesso”.

Simone Sirtori, garden designer

Questo per ciò che attiene il patrimonio verde che abbiamo ereditato, ma per il futuro?

“Detto questo bisogna cambiare modo di pensare e il verde cittadino che deve essere adeguato ai cambiamenti climatici e ai fattori di stress che provoca alla pianta la vita in una città. Si dovrebbero piantumare essenze arboree adeguate affinchè siano più longeve, con costi di manutenzione ridotti, che abbiano un’estetica gradevole e che siano un valore aggiunto per il cittadino sia come ornamento che come fruizione date le chiome ombrose.

Quando si ripianteranno i nuovi esemplari dovranno essere rispettate le necessità delle piante dimorandole in buche di scavo di adeguata dimensione per garantire gli scambi d’ossigeno dell’apparato radicale. Piuttosto che ripiantare negli stessi posti se non sussistono le condizioni ottimali meglio decidere di andare a piantare da altre parti dove si può garantire lo sviluppo dell’essenza arborea.”

Si può cambiare il tipo di verde presente in città?

“Certo, non fissiamoci sulle solite essenze a cui siamo stati abituati. Negli ultimi 50 anni le nostre città sono cambiate e il vivaismo moderno ci offre l’opportunità di usare nuove essenze di grande pregio e adattabili a tutti i fattori di stress.

Il monumento ai caduti in un’immagine d’epoca
Il monumento ai caduti in un’immagine d’epoca
Il monumento ai caduti oggi

Curiosità di redazione: cosa ne pensa degli alberi presenti al monumento di Terragni?

Il monumento ai caduti è il classico esempio di un monumento storico le cui alberature sono datate. Le piante hanno raggiunto dimensioni considerevoli che precludono l’impatto estetico del progetto voluto dal Terragni. In futuro si dovrà valutare la possibilità di ripristinare, in questo caso con le stesse essenze decise dall’artista, con nuovi cloni di cipressi più resistenti alle malattie tipiche della specie. Erba deve rinascere anche dal punto di vista del verde e le nuove piante potrebbero essere una buona occasione di attrattiva.

Un pensiero su “Piante nuove in città, anche al monumento ai caduti”
  1. In relazione al monumento del Terragni, che personalmente considero osceno sia per estetica che per la sua simbologia. Un monumento alla guerra. Credo che, a parte alcuni nostalgici antidemocratici, i più siano consapevoli dell’orrore che è la guerra e un diverso monumento ai caduti -uomini costretti a cadere- sarebbe più consono. Sono felice che i cipressi (Cupressus virens var. italica) nascondano l’inno alla morte che è un cannone il cui canto spero di non dover mai sentire.
    Per quanto riguarda la questione arborea direi che questi alberi stanno benissimo, che abbiano semplicemente raggiunto le loro dimensioni a maturità -che un architetto come il Terragni ben conosceva del resto all’epoca non era uso potare i cipressi a guisa di enormi supposte come accade oggi- e che non ravvedo proprio alcun motivo per la loro rimozione in virtù di una pretesa esaltazione della simbologia del monumento. Anzi! Sarei a favore di una riqualificazione del monumento per trasformarlo in un luogo dove i caduti possano dimenticare quella tragedia e, dunque, piantare arbusti che fioriscano e producano bacche, che rasserenino con colori e profumi. Sarei anche dell’idea di un progetto di riqualificazione del verde del Licinium tutto, visto e considerato lo stato pietoso in cui versano alberi e arbusti (con, probabilmente, qualche rischio per i frequentatori, quantomeno per i rami secchi ancora non caduti). Ho frequentato un cimitero di guerra inglese, tempo fa, a Milano. Beh, signori, un luogo incantevole, di pace e serenità frequentato in primavera, estate ed autunno da giovani studenti che, seduti con le spalle addossate ai fusti delle querce studiano e trascorrono il tempo a chiacchierare così come numerosi residenti della zona. Un luogo simile desidererei per i caduti onorati dal monumento del Terragni: rispettoso ma vivo e gioioso perché quegli uomini hanno già vissuto una tragedia enorme, la più grande, e l’hanno affrontata perché noi potessimo vivere in pace e gioia.

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