Purtroppo siamo daccapo, costretti dal virus tra i confini del nostro Comune che però, fortunatamente, ha il vantaggio di offrire piacevoli passeggiate in ogni stagione, aiutandoci alla indispensabile mobilità e facendoci scoprire luoghi molto belli e un po’ caduti nel dimenticatoio.

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La Val Bova

È una riserva naturale istituita dalla Regione nel 2007 e interamente nel Comune di Erba – esposta verso Sud Est gode di ampio soleggiamento, rendendo favorevoli le escursioni anche d’inverno. Le limpide acque che in passato servivano alla Filanda, attraversano (a volte impetuosamente) l’abitato di Crevenna formando nel calcare del fondo caratteristiche conformazioni a vasche e gettandosi infine nel Lambro all’altezza dell’ospedale.

L’escursione circolare proposta che non dura più di mezza giornata trae le mosse dalla località Canova (Trattoria Al Glicine) dove si trova comodamente da parcheggiare. Circa 100 mt. prima si noti a sinistra nella ripida salita, una stradina con segnale indicatore che si addentra verso la valle, quindi ridiscendere questo tratto dopo aver lasciato l’auto ed inoltrarsi dapprima in piano e poi in salita per circa venti minuti (accompagnati  progressivamente dal piacevole fragore dell’acqua) fino ad un bivio della carrareccia verso sinistra. Seguendo questa deviazione si raggiunge in breve un caratteristico antico ponte che non va attraversato, si consiglia invece di costeggiare il torrente lungo una stradina pianeggiante che porta all’antica fornace dove un tempo si otteneva calce; il luogo è bello e disteso, recentemente sistemato. Ritornati alla carrareccia principale si riprende a salire su tratti ripidi e in parte selciati (parte più faticosa) lasciando il torrente nettamente più in basso fino alla congiunzione del sentiero proveniente dal grande prato chiamato “Campiron” presso l’Eremo di San Salvatore.

Ponte sulla Bova

Si continua per il bosco ceduo di frassini, carpini e castagni alternando tratti in piano a brevi salite con vista progressivamente ravvicinata della lunga bastionata rocciosa del Buco del Piombo sulla quale si svolgono impegnative vie d’arrampicata e dove trovano riparo falchi, poiane, allocchi e altri rapaci. Nel bosco si alternano splendide fioriture invernali e primaverili di ellebori, primule, viole, epatiche e tra gli alberi non è raro scoprire già a metà febbraio la fioritura gialla del corniolo, un tempo molto apprezzato per il legno durissimo. Dopo un tratto protetto a valle, il sentiero comincia a scendere per congiungersi di nuovo al torrente presso un guado che si deve superare per proseguire e, quando le precipitazioni sono state abbondanti, può riservare qualche piccolo problema. Oltre il guado un…altro guado poco più avanti, a causa della serpentina del torrente rinserrato in una stretta gola, ma questa volta il rischio di bagnarsi è minore. Continuando in piano si raggiunge in breve un bel ponte in legno, recentemente rinnovato, che permette di osservare un angolo delizioso e molto fotografato per la stratificazione delle rocce di “rosso ammonitico lombardo” sulle quali scorrono le limpide acque tra vasche e cascatelle. La gola è qui molto stretta tra verticali pareti e selvaggia al punto da chiamarla “il Caino”; il proseguimento sia da un lato che dall’altro è possibile solo grazie a lunghe scale (di legno a sinistra e di ferro a destra) e riservato a buoni escursionisti con la necessaria dotazione e assenza di vertigini.

Ritornati per lo stesso sentiero fino al “Campiron”, invece di scendere per la via di salita è più consigliabile seguire l’evidente traccia nel prato (di origine sub-morenica) fino all’ Eremo dove qualche volta è possibile una silenziosa visita previo cortese richiesta citofonica. Ogni angolo, dal chiostro alla chiesa, dal giardino al viale della via Crucis è un invito alla riflessione in un quadro di rara bellezza.

Cascata

Alla estremità del piazzale di parcheggio prendere la stradina selciata che scende in modo deciso a tagliare un tornante della carrozzabile e che in circa venti minuti di discesa panoramica ci riporta al parcheggio della Canova dal quale siamo partiti. Questo invito escursionistico è dedicato all’amico Ermanno Nava da poco scomparso che fu un assiduo frequentatore ed estimatore della valle: la toponomastica un po’ sbiadita che si trova nella segnaletica in legno sul percorso è dovuta alla sua continua ricerca delle radici storiche erbesi per le quali fu grande difensore e divulgatore.

Bosisio Giovanni

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