Chiara Braga (PD): “Dolore profondo che scuote l’animo. Nessuno speculi su quanto accaduto, significherebbe negare la ragione stessa dell’impegno di don Roberto

“È un dolore profondo quello che scuote il nostro animo per la morte violenta e tragica di don Roberto Malgesini nella nostra città. Chi ha conosciuto o anche solo incrociato lo sguardo di don Roberto non potrà dimenticare la carità che ne traspariva, la stessa carità che animava il suo operato generoso e gratuito a favore delle persone più in difficoltà, in carcere, negli ospedali, nelle strade. Sono vicina alla sua famiglia e alla Chiesa comasca, ancora una volta ferita dalla perdita di un suo prete, che ha servito gli ultimi fino al sacrificio della sua stessa vita”. E’ il commento sentito della parlamentare comasca Chiara Braga. “Nessuno speculi – continua la deputata – su quanto è accaduto, significherebbe negare e offendere la ragione stessa dell’impegno che don Roberto ha testimoniato con la sua vita. Si può fingere forse di ignorare o rimuovere dalla nostra vista qualcosa che ci disturba: la povertà, la malattia, la fragilità e le contraddizioni della società in cui viviamo. Nel dolore di quanto è accaduto dobbiamo invece trovare la forza di interrogarci e agire insieme, riconoscendo le gli errori, le mancanze, perché il seme generato dal sacrificio di Don Roberto non vada perso e produca frutto”.

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Eugenio Zoffili (Lega): “Mai più orrori simili, rimpatriare con urgenza clandestini e potenziare agenti. Audizione Ministro Lamorgese in bicamerale Schengen”

 “Il brutale omicidio avvenuto questa mattina in Piazza San Rocco ha sconvolto la nostra Como, ha ferito profondamente una città che necessita di risposte immediate e concrete da parte dello Stato. Questo è il momento della preghiera e del ricordo, per un martire che ha dedicato la sua vita e le sue energie all’aiuto degli ultimi, ma anche dell’azione. Mi unisco a tutti i comaschi nel ringraziamento a Don Roberto per quanto ha fatto, e mi impegnerò ad onorare al meglio la sua memoria con iniziative concrete. Giovedi 24 settembre alle 14.00 ho convocato in audizione presso la bicamerale Schengen, Europol e immigrazione il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e in quella sede nel’ambito dell’indagine che sto portando avanti con il comitato parlamentare che presiedo sull’emergenza immigrazione in corso, le chiederò anche conto dei rimpatri, un’urgenza per tutto il nostro Paese ma in particolare per quelle zone che, come la provincia di Como, sono territori di confine. Gli sbarchi possono essere fermati, come ha dimostrato Matteo Salvini durante la sua permanenza al Viminale: si tratta solo di avere la volontà politica per farlo. I clandestini presenti anche a Como, come nel resto d’Italia, vanno rimpatriati immediatamente per evitare di favorire il proliferare di situazioni di criminalità e degrado e gravissimi crimini come questo. Inoltre chiederò al Ministro che vengano potenziati gli organici delle forze dell’ordine in tutto il Paese e in modo particolare nelle zone, come la provincia di Como, che per la loro collocazione geografica hanno maggiore necessità di un presidio costante e di un’attenzione particolare. Sono profondamente colpito da questa tragedia, ma anche determinato a fare tutto quanto nelle mie possibilità per impedire che orrori simili possano ripetersi. Vigileremo affinché questo assassino clandestino paghi senza sconti per quanto ha fatto”.  Così Eugenio Zoffili, deputato comasco della Lega e Presidente del Comitato Bicamerale di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen, di vigilanza sull’attività di Europol e di controllo e vigilanza in materia di immigrazione.

Angelo Tagliabue Rettore dell’Università dell’Insubria sull’omicidio di don Roberto Malgesini:

«Sono profondamente colpito dalla tragedia che si è consumata questa mattina a Como. Quello che è accaduto non deve far mettere in discussione il valore dell’accoglienza che ha reso don Roberto Malgesini il prete degli ultimi, dei senzatetto, dei migranti, dei bisognosi. Comunque la si pensi, l’accoglienza e la solidarietà sono concetti con cui ciascuno di noi deve confrontarsi. Ed è quello che invitiamo i nostri studenti a fare, oggi più che mai, esercitando con autonomia e partecipazione il loro senso critico di fronte all’attualità».

Il cordoglio della Cisl per la morte di Don Roberto Malgesini

La Cisl dei Laghi si unisce al dolore di familiari, parrocchiani e di tutta la Diocesi di Como per la morte di don Roberto Malgesini, parroco di San Rocco, ucciso questa mattina, una figura di riferimento per la solidarietà concreta agli ultimi della nostra città. “Restiamo attoniti di fronte a un atto di violenza così efferata contro una persona totalmente dedita al servizio dei più deboli” afferma Daniele Magon, segretario Generale della Cisl dei Laghi. Nel corso degli anni, don Roberto aveva collaborato anche con la Cisl dei Laghi, in particolare con l’Anolf Como, per il supporto ai richiedenti asilo nel disbrigo dei documenti. Così lo ricorda Rosangela Pifferi, presidente di Anolf Como: “Non dimenticheremo il suo sorriso che non si spegneva mai nonostante le difficoltà, il suo esempio di amore e generosità incondizionata resterà vivo nei nostri cuori”.

È tempo di lottare contro l’odio, Sinistra Italiana Como  

Roberto Malgesini era un uomo buono e mite, un prete di strada. Noi di Sinistra Italiana lo vogliamo ricordare vivo e sorridente, come lo abbiamo conosciuto mentre insieme a volontarie e volontari distribuiva le colazioni a chi dorme e vive sotto i portici dell’ex Chiesa di San Francesco, nella nostra ricca città. Roberto è stato ucciso da una delle persone di cui si prendeva cura quotidianamente, un uomo psichicamente e socialmente fragile.

L’dea di accoglienza di Roberto e di chi con lui ha collaborato per anni assumendo, in assenza di provvedimenti istituzionali, il compito di assicurare la sopravvivenza di chi vive in strada, non si concilia con quello che ogni giorno vediamo in questa città. Chi governa Como è incapace di comprendere che garantire diritti umani a tutte e tutti gli abitanti costerebbe assai meno di alcune misure assunte dalla Giunta, costerebbe meno di quanto la città spende per negare un alloggio a persone che arrivano nel nostro paese, considerate senza diritti perché arrivati qui “irregolarmente”. Non possono esistere regole diverse a seconda del paese di nascita. Le istituzioni devono dare a ciascun uomo, a ciascuna donna, il diritto di costruirsi un futuro migliore, il diritto a cure, il diritto a un posto sicuro in cui vivere.

 Nel giugno 2016, Jo Cox, la quarantunenne deputa laburista che aveva dedicato molta della sua attività politica, della sua passione e del suo tempo, ai rifugiati siriani in Gran Bretagna, fu drammaticamente e prematuramente uccisa da un uomo che, per fragilità mentale, era stato facile preda di chi semina odio e violenza. All’assassino, che prima di colpirla, urlò “prima di tutto la Gran Bretagna”, il marito di Jo rispose: “ora è il tempo di lottare contro l’odio che l’ha uccisa”.

Anche qui a Como è tempo di lottare contro l’odio, diffuso irresponsabilmente, che rischia di alimentare la violenza di questi tempi difficili e bui e di distruggere definitivamente la possibilità del vivere insieme. Lo dobbiamo a don Roberto, e a tutte le cittadini e i cittadini della Como solidale.

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