In Brianza le imprese di green economy negli ultimi tempi hanno  registrato maggiori ricavi rispetto alle imprese tradizionali. Questo è dovuto anche al deciso aumento delle esportazioni perché le aziende verdi vengono facilitate soprattutto nel commercio con l’estero.

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E’ inoltre migliorata la competitività aziendale, perchè adottare politiche di sviluppo sostenibile rende un’impresa più attraente agli occhi dei propri clienti.

Da ciò ne deriva una migliore correlazione tra la reputazione ESG dell’impresa e la disponibilità dei consumatori ad acquistare i beni della stessa.

Si assiste inoltre ad un’ottimizzazione degli asset, ovvero sfruttare in chiave ESG asset disponibili per ottenerne sia vantaggi in termini economici che ambientali. Tutti questi elementi contribuiscono ad incrementare i flussi di cassa e quindi il valore dell’azienda. La finanza sta dando una spinta molto forte a questa crescita ‘green’ per le imprese.

A tal proposito, coerentemente con quanto indicato dalla Commissione europea, le banche sono chiamate ad incorporare nel proprio business i criteri ESG, valutando l’esposizione del cliente ai fattori ESG, in particolare ai fattori ambientali ed all’impatto sul cambiamento climatico e l’adeguatezza delle strategie di mitigazione come specificato dal cliente e identificare i clienti esposti ai rischi ESG utilizzando anche rappresentazione grafica di dati che evidenzino i rischi climatici ed ambientali dei singoli settori economici su un sistema di misura.

Per i finanziamenti associati a un rischio ESG più elevato sarà indispensabile un’analisi più dettagliata del modello di business effettivo del cliente.

Al fine di supportare la definizione di strategie creditizie e processi validi ed efficaci volti alla valutazione del rischio ESG molti Istituti di Credito hanno predisposto un nuovo questionario specifico , diverso dai questionari qualitativi del rating per la valutazione della controparte dal punto di vista delle strategie e del percorso intrapreso in chiave ESG e dal punto di vista dell’operazione in relazione alla verifica dei finanziamenti legati ad obiettivi ESG.

Rammentiamo che buona parte dell’esposizione creditizia ad oggi è rivolta ad  attività economiche soggette a notevoli rischi fisici e di transizione .Concorrono quindi alla determinazione dello score ESG: il rischio di transizione, il questionario ESG e l’operazione finalizzata. In generale per le controparti appartenenti a settori con un rischio di transizione pari a ‘negative’ non è possibile concedere nuova finanza  Affinchè gli investimenti a favore della transizione energetica si consolidino gli intermediari finanziari sono chiamati alla sfida legata alla capacità di sviluppare nuovi prodotti e servizi per rispondere alle crescenti necessità delle imprese nei diversi settori produttivi in ambito ESG.

Tra i prodotti sino ad oggi più citati ci sono i green bond: strumenti finanziari (obbligazioni) le cui emissioni hanno lo scopo di finanziare progetti che prevedono per esempio un uso responsabile delle risorse maturali ed un focus sull’efficienza energetica. Gli stanziamenti a favore del PNRR per realizzare la neutralità climatica (circa 70 mld di euro)  prevedono poi che tutti gli interventi, pena l’inammissibilità non arrechino nessun danno significativo all’ambiente, ai sensi della Tassonomia dell’UE.

Essere sostenibili paga, non solo in termini di reputazione  o di diminuzione dei consumi energetici ottenuti grazie al processo di decarbonizzazione intrapreso, ma anche in termini finanziari : miglior posizionamento nel ranking dei bandi pubblici  ma anche  miglior posizionamento e maggior possibilità di ottenere prestiti agevolati dalle banche.

Nell’ambito degli interventi volti al supporto della transazione Green si inserisce anche l’operatività della Garanzia SACE Green e cioè una garanzia per finanziamenti dedicato a tutte le aziende italiane, di qualsiasi dimensione, che intendano finanziare i propri progetti d’investimento Green. I benefici sono l’accesso facilitato a finanziamenti a medio/lungo termine e l’incremento delle linee di credito disponibili presso il sistema bancario. Tra gli strumenti messi a disposizione da alcune banche  anche una consulenza specializzata sul tema della sostenibilità o per esempio per accedere ai fondi europei ; finanziamenti per l’approvvigionamento dell’energia, per migliorare il profilo di sostenibilità , per l’investimento in tecnologie o per la formazione del personale alle tematiche green. Gli importi finanziabili di norma vanno dal 70% sino al 100% dell’investimento. Le banche offrono anche servizi di project financing dove il raggiungimento di obiettivi green porta a dei benefici per il contraente. Ci sono poi prodotti legati al mondo assicurativo/ramo danni che mirano a favorire la mobilità sostenibile (es. coperture assicurative per veicoli elettrici oppure prodotti assicurativi legati alla copertura dei rischi di produzione in regimi rinnovabili. E’ fondamentale il ruolo del consulente finanziario e della sua proattività nel proporre prodotti ESG, valorizzando la relazione con l’impresa coinvolgendola attraverso una politica di incentivi per raccogliere informazioni ‘sul campo’ a più alto valore aggiunto. Per quanto riguarda le politiche fiscali si prevedono incentivi di natura fiscale in capo a sottoscrittori e società emittenti di Green Bond e si sta valutando la possibilità estendere agevolazioni fiscali anche agli investimenti in OICR veicolati a favore di progetti ESG con la non imponibilità degli investimenti effettuati nonchè la concessione alle società conformi alle finalità ESG dell’accesso al regime di vantaggio applicato alle PMI Innovative.

Francesco Megna

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