Il 25 luglio prossimo ricorreranno 30 anni dalla fine della Democrazia Cristiana. Qualcuno ha già ricordato le vicende che fecero da contorno: il 20 luglio il suicidio nel carcere di San Vittore di Gabriele Cagliari, ex presidente dell’Eni; il 23 luglio il suicidio di Raul Gardini nella sua casa milanese; il 27 luglio le bombe della mafia in via Palestro a Milano, in San Giovanni Laterano e San Giorgio al Velabro a Roma. Quella sera finiva per sempre l’egemonia di un partito che per 45 anni aveva ininterrottamente governato il paese. La Democrazia Cristiana fu il condensato di tutte le peculiarità che fecero dell’Italia un “unicum” in Occidente: la presenza del più forte partito comunista in Europa, la presenza del Vaticano, la presenza della mafia nelle regioni più grandi del Mezzogiorno. Queste specificità contribuirono a formare un partito confessionale e interclassista che fece dell’eclettismo la sua arma più efficace. Oggi si parla ancora di “centro” ed è sempre viva la tentazione di annettersi uno spazio politico che deve la sua genesi proprio alla Democrazia Cristiana. Ma, nella semantica dei nostri giorni, il “centro” dispone di quei tratti identitari in grado di conferirgli una precisa accezione politica? Per stabilirlo, occorre muovere da una verità storica che risulta introntrovertibile. La collocazione della Democrazia al “centro” del sistema politico fu la diretta conseguenza del quadro politico generatosi in Italia dopo la fine della Seconda guerra mondiale e con l’inizio della Guerra Fredda. Il fascismo a destra e il comunismo a sinistra spinsero “naturaliter” la Dc al centro del sistema politico di un paese che non era mai uscito completamente dalla logica degli “opposti estremismi”. Malgrado l’amnistia concessa nel 1943 dal segretario del Pci, Palmiro Togliatti, allora ministro della Giustizia, l’Italia non fu mai in grado di approdare ad una vera pacificazione tra gli apologeti del fascismo e i suoi detrattori. Sarebbe utile rammentare che, all’indomani della fine del conflitto, inglesi e americani iniziarono un lavoro di recupero della nomenclatura fascista in chiave anticomunista. In proposito, resta celebre la battuta di Churchill “forse abbiamo ucciso il maiale sbagliato”. La verità è che sulle sorti della Repubblica italiana incombe, fin dalle origini, la presenza di un’altra entità che non abbiamo finora citato al fine di esaltarne il ruolo che, nel bene e nel male, ha condizionato la vita e il destino della nostra nazione. Ci riferiamo agli Usa che, dopo avere soccorso gli Alleati nella guerra contro il nazifascismo, si resero subito conto della minaccia comunista che incombeva sull’Occidente. Questo è il quadro all’interno del quale occorre collocare la nascita del “centrismo” che costringeva la Democrazia Cristiana a mantenere una rigorosa equidistanza con la destra fascista e con la sinistra comunista. Pertanto, non vi era nulla di ideologico nell’invenzione lessicale del “centro” che qualcuno oggi vorrebbe riesumare senza che ne sussistano le condizioni. La Democrazia Cristiana ebbe la grande abilità di gestire tutte le variabili che abbiamo citato sterilizzandone la capacità di condizionare le istituzioni. La lunga permanenza al potere favorì l’avvento di un notabilato incline a definirsi “moderato” per un aplomb improntato ad una garbata compostezza che serviva a rimarcare la differenza con il fervore rancoroso degli avversari. Questa moderazione del costume politico non aveva, anch’essa, alcuna connotazione ideologica perché ritraeva semplicemente lo stile di quella parte di italiani che non si riconosceva in una contrapposizione che, come un fiume carsico, ha continuato ad attraversare la società italiana fino ai nostri giorni. La sera del 25 luglio 1993 venivano celebrate le esequie di un partito che aveva dominato la scena politica di un paese che non ha mai smesso di rimpiangerlo, di amarlo e di odiarlo. Sono ancora in tanti a chiedersi se, senza le inchieste di Tangentopoli, la Democrazia Cristiana sarebbe ancora rimasta al potere. Ma questo è uno degli infiniti interrogativi di un paese che, non sapendo trovare le risposte, ha cessato da tempo di farsi domande.

Annunci

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *