Villa Ceriani a Crevenna torna dall’8 dicembre al 28 gennaio ad aprire ai visitatori  le porte dell’ormai famoso presepe che giusto vent’anni fa gli Artigiani del Presepe iniziarono ad animare con gli ingegnosi movimenti meccanici da loro ideati e realizzati.

Villa Ceriani a Crevenna torna dall’8 dicembre al 28 gennaio ad aprire ai visitatori le porte dell’ormai famoso presepe che giusto vent’anni fa gli Artigiani del Presepe iniziarono ad animare con gli ingegnosi movimenti meccanici da loro ideati e realizzati.
Già meta ad ogni edizione di migliaia e migliaia di visitatori, alla ricerca del vero messaggio spirituale del Natale, il Presepe non manca mai di stupire chi desidera conoscere com’era la Brianza di cento anni fa, come viveva la comunità contadina di quel tempo, quali erano i momenti più significativi della vita quotidiana: oltre trenta quadri scenici in movimento in cui si rappresentano il paesaggio e le abitazioni dell’epoca, i modi e le abitudini di vita, il lavoro nei campi e nelle stalle, le prime attività industriali e i mestieri della nostra tradizione, i momenti di festa e di svago. Oltre al lavoro sono rappresentati numerosi altri momenti di vita di una comunità pervasa da una profonda religiosità popolare: l’asilo e la scuola, l’osteria dove si gioca a carte e a bocce, la pesca lungo il torrente.
In questo contesto la Natività, collocata in una casa contadina, rifulge sui valori e sulle tradizioni delle vecchie borgate brianzole. Spiritualità, tradizione e storia trovano una sintesi perfetta nell’ispirazione artistica e nell’abilità artigianale dei presepisti crevennesi, che quest’anno si presentano in una veste nuova: non più Amici, ma Artigiani del Presepe a sottolineare non solo un generico sentimento di attaccamento alla tradizione ma soprattutto la qualità del lavoro, la perizia, la capacità creativa e l’estro artistico del lavoro artigianale. Ma la sigla Amici del Presepio di Crevenna non scompare, rimane e raccoglie tutti quanti in questi anni hanno dato una mano, un aiuto in termini di fornitura di materiali, prestazione d’opera e servizi, assistenza tecnica, presenza e vicinanza. Sono tanti e la loro collaborazione è assolutamente indispensabile.
Appuntamento per l’inaugurazione venerdì 8 dicembre alle ore 11, come da tradizione. Nell’occasione sarà ospite di Crevenna padre Massimo Tedoldi, frate guardiano del convento francescano di Sabbioncello a Merate. Sarà lui a rievocare il primo presepe della storia, che San Francesco volle realizzare in prossimità del Natale del 1223 a Greccio, allora una contrada abitata da poveri pastori sull’appennino laziale, oggi in provincia di Rieti.
Per celebrare gli ottocento anni del presepe di Greccio, gli Artigiani di Crevenna espongono nel cortile d’onore di Villa Ceriani un ponte in legno, autoportante, realizzato ispirandosi a un disegno di Leonardo da Vinci, che si trova nel Codex Atlanticus (foglio 71). Il ponte, destinato nei prossimi mesi a congiungere le due sponde del torrente Bova, in prossimità del primo guado, si propone di lanciare un messaggio di pace e di avvicinamento tra culture diverse. “In questo momento di conflitti nel mondo, in Europa e in Medio Oriente, di sgomento per le tragedie del mare, di problemi e di paure per l’evolversi dei fenomeni migratori – dice don Ettore Dubini, parroco di Crevenna – ‘gettare un ponte’ è un gesto di pace, di disponibilità e comprensione verso mentalità e realtà diverse, significa stringere un legame, aprire una possibilità. In una parola: costruire la pace, avvicinare i popoli. E’ il messaggio di fraternità e di pace di San Francesco”. E gli Artigiani di Crevenna hanno rievocato il presepe di Greccio, collocando sotto il ponte di Leonardo la greppia, il bue e l’asino, esattamente come aveva voluto Francesco.
A tracciare un collegamento con il primo presepe della storia, gli Artigiani di Crevenna hanno ricevuto un contributo di alto prestigio e autorevolezza dal card. Gianfranco Ravasi che nel pieghevole informativo dell’edizione 2023, racconta il presepe di Greccio, rifacendosi all’accurata descrizione testimoniale – scritta da Tommaso da Celano – di ciò che avvenne a Greccio in quella notte di Natale di ottocento anni fa. “Ebbene, quella scena – scrive il cardinale – da allora si è trasformata in un caposaldo della storia dell’arte e della tradizione popolare, come accade anche a Crevenna. Cancellarla dalla conoscenza delle giovani generazioni attuali vorrebbe dire rendere incomprensibile una serie sterminata di opere d’arte distribuite nei secoli e una devozione ricca di spiritualità”. Il cardinale accompagna i lettori a comprendere il valore del presepio dove componenti squisitamente teologiche cristiane, come l’incarnazione del Figlio di Dio, s’intrecciano con soggetti universali, come la vita, la maternità, l’infanzia, la sofferenza, la povertà, l’oppressione, la persecuzione.
Con la Mostra dei Presepi di Carta che quest’anno La Martesana dedica al Presepio di Francesco Londonio e ai suoi disegni pastorali, nel terzo centenario della nascita (1723-2023) – per la quale si rimanda al materiale informativo diffuso dall’associazione – Crevenna a buona ragione si conferma “borgo dei Presepi”. E della solidarietà, perché come avviene ormai da molte edizioni, le offerte liberamente lasciate dai visitatori e devolute dagli Artigiani del Presepe consentono all’associazione erbese “Amici di Lilia” di realizzare significativi interventi umanitari in Brasile: dapprima una scuola materna a Santana, nel nord-est del paese, e poi un Centro Salute Materno-Infantile nella zona indigena amazzonica dei Sateré-Mawé, sostenendone il funzionamento e dando vita a strutture di supporto, come un laboratorio di sartoria, una panetteria e un’emittente radio (con sede e impianti alimentati con pannelli fotovoltaici) realizzata da padre Enrico Uggè del Pime per unire in comunità un popolo disperso in oltre cento villaggi disseminati in un’area di quasi 8.000 kmq.

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