Nello spazio dedicato alle prossime elezioni politiche, spazio che ricordiamo è aperto a tutti i candidati e ai partiti, il Dieci ospita in questo primo appuntamento  Anna Toffoletti, erbese, Laureata in Psicologia, già maestra elementare ed ex dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Puecher;  candidata al Senato nel collegio plurinominale Lombardia 1 (Como lecco Varese Sondrio e Monza) con la  lista “Alleanza VerdiSinistra”

Annunci

Come è maturata la sua candidatura?.

E’ stata una decisione legata soprattutto alla convinzione che oggi siamo di fronte a cambiamenti epocali, per i quali tutti noi siamo chiamati a fare delle scelte decisive, se vogliamo garantire un presente ed un futuro migliore alle nuove generazioni. E queste scelte passano attraverso la buona politica, che esiste e va sostenuta.

Lei è un dirigente scolastico a riposo: è necessaria e/o opportuna una riforma del sistema scolastico?

Certamente sì, perché nonostante alcune indiscutibili eccellenze, attualmente il nostro sistema scolastico è fortemente in difficoltà: scontiamo un tasso di abbandono alle superiori molto alto (circa il 12% a livello nazionale) ed una percentuale di diplomati con competenze di base insufficienti del 9,5% (dati INVALSI).

Le cause a mio avviso sono molteplici, ma certamente la principale è che negli ultimi decenni vi è stato un progressivo disinvestimento sul sistema scolastico, sia finanziario, sia culturale. La spesa pubblica per l’istruzione è tra le più basse dell’UE ( 4% del PIL contro il 6% degli altri paesi europei). Questo ha comportato forti tagli al personale, sempre più precario, e finanziamenti alle scuole sempre più ridotti.

La riforma che io auspico dovrebbe prima di tutto equiparare l’investimento sull’Istruzione pubblica al livello degli altri paesi europei e garantire una vera didattica innovativa ed inclusiva, attraverso una drastica riduzione del numero di alunni per classe, una preparazione seria del personale ed un reclutamento che garantisca stabilità e continuità nel tempo. E poi occorre garantire veramente il diritto allo studio per tutti, rendendo gratuita l’istruzione dal nido all’università .

La politica sembra occupare uno spazio sempre meno importante negli interessi dei cittadini, quali sono i correttivi che politica e politici dovrebbero usare per tornare a ridestare l’attenzione delle persone in particolare modo di quelle più giovani.

Credo che la politica oggi più che mai debba riprendere il ruolo che ha perso, cioè essere lo strumento fondamentale di risoluzione dei conflitti sociali, che non vanno negati, o soffocati, ma compresi e affrontati alla ricerca del bene comune. Invece troppo spesso vediamo una politica inerme, succube delle lobbies e dei poteri finanziari, e politici che inseguono visibilità e consenso per interessi personali. I giovani guardano con diffidenza alla politica ed hanno ragione, ma sbagliano quando pensano che non li riguardi, perché se non si occupano in prima persona delle scelte che la politica fa sulle loro teste, rischiano di diventare completamente invisibili.

A dispetto di un collegio elettorale geograficamente dispersivo in caso di elezione lei sarebbe un rappresentante del territorio erbese: a suo giudizio di cosa avrebbe bisogno il Triangolo Lariano per riagganciare lo sviluppo ed uscire dall’attuale declino?

A mio parere il nostro territorio ha ancora tante risorse positive, legate soprattutto alla capacità imprenditoriale, intesa proprio come spirito di iniziativa, creatività e passione per il lavoro. Dobbiamo vedere queste potenzialità in prospettiva ecologica. Quello che serve cioè è un massiccio finanziamento della ricerca ed un piano industriale che sostenga le aziende che vogliono investire sull’innovazione, sulla sostenibilità e sulla qualità, non solo del prodotto, ma anche dei processi di produzione e dei contratti di lavoro.

Siete contro il nucleare; sul vostro sito è pubblicato un articolo secondo il quale le 7 centrali nucleari proposte da altre forze politiche, capaci di produrre un totale di 280 GW, avrebbero un costo variabile tra i 275 e i 400 miliardi di Euro. Le rinnovabili ad oggi sarebbero in grado di produrre la stessa quantità di energia? Con quali costi?

Direi che prima di tutto dobbiamo tenere presente i costi sociali ed ambientali delle scelte energetiche che facciamo: le fonti fossili oltre ad inquinare, sono la causa della maggior parte delle guerre che imperversano nel mondo. Il nucleare presenta invece pericoli inestimabili per la nostra salute, a causa della radioattività degli impianti e delle scorie, problema che nessuno ha ancora risolto. Senza contare che l’Italia è in gran parte un territorio a rischio sismico, assolutamente controindicato per l’installazione di impianti nucleari. Se aggiungiamo la siccità, che ha costretto al blocco la maggior parte delle centrali francesi, ecco che la scelta nucleare risulterebbe, non solo irrispettosa della volontà espressa dai cittadini con il referendum del 1987, ma a dir poco folle.

Per quanto riguarda i costi, secondo i più recenti studi (World Nuclear Industry Status Report ) nel 2020 produrre 1 kWh di energia elettrica con il fotovoltaico è costato in media 3,7 dollari, con l’eolico 4,0, con il carbone 11,2 e con il nucleare 16,3. Inoltre, dal 2010 a oggi i costi di produzione dell’energia solare ed eolica hanno mostrato trend in continua discesa. Il programma dell’Alleanza Verdi-Sinistra prevede un aumento graduale di produzione con rinnovabili per arrivare a 60 GW in tre anni e rispettare l’obbiettivo dei 70 GW entro il 2030. Questo vuol dire che, se c’è la volontà politica, si può arrivare alla produzione di energia pulita pari a 280 GW in circa 15 anni, molto meno del tempo che occorrerebbe per costruire una centrale nucleare.

Questa testata auspica il ritorno ad una Legge Elettorale che permetta di esprimere le preferenze. Qual’è posizione sua e del suo partito in merito?

Assolutamente d’accordo, aggiungo che un Parlamento che sia rappresentativo del Paese deve essere eletto attraverso un sistema proporzionale al 100%.

Ipotizziamo che lei, professoressa Toffoletti, venga eletta e una volta a Palazzo Madama dovesse trovarsi in profondo disaccordo ideologico con le decisioni operate dal suo partito: in quel caso la sua scelta sarebbe quella di lasciare il suo gruppo politico e aderire ad un generico “Gruppo Misto” o rassegnerebbe le dimissioni da parlamentare?

La libertà del parlamentare, sancita dall’art. 67 della costituzione, è sacrosanta e penso che mi dimetterei solo se dovessi verificare che la mia attività parlamentare fosse del tutto ininfluente rispetto al mandato ricevuto dagli elettori. E’ una questione che attiene esclusivamente all’onestà intellettuale e morale dell’eletto. Per questo il nostro voto è molto importante e dovrebbe poterci dare la possibilità di scegliere anche le persone e non solo il partito.

Lei come giudica l’attuale situazione geopolitica con una guerra in corso e alle porte dell’Europa e l’innalzamento della tensione tra Stati Uniti e Cina?

L’Ucraina è la vittima sacrificale di una guerra per procura tra Stati Uniti e Russia, che purtroppo rischia di coinvolgerci tutti, non solo economicamente. Penso che Italia ed Europa debbano assolutamente recuperare un ruolo di mediazione e fare pressioni perché ci sia al più presto un cessate il fuoco. Per questo Sinistra Italiana ha votato contro l’invio dell’Italia di armi all’ Ucraina, per poter assumere un ruolo attivo di costruzione della pace.

Anche rispetto alle tensioni tra Stati Uniti e Cina, penso che sarebbe urgente che l’Europa si facesse promotrice di azioni per il dialogo multilaterale e per il disarmo e di una proposta di riforma dell’ONU per togliere il diritto di veto alle superpotenze e restituire piena dignità all’assemblea, nata proprio per costruire la pace tra i popoli.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *