Ben venga l’ultimatum ai privati per il recupero delle aree dismesse a Erba, ma la priorità è lo stop immediato al consumo di nuovo suolo.
Nei giorni scorsi il Consiglio Comunale di Erba ha votato, a maggioranza, una delibera che, nelle intenzioni, dovrebbe servire ad accelerare la possibilità di recupero di alcune delle aree dismesse del centro città, nella zona di via Fiume. Questo sembrerebbe, in una prima lettura, un elemento positivo, ma occorre, a nostro giudizio, non concedere incentivi sulle volumetrie, che invece la delibera (sulla scorta di quanto prevede la legge regionale) ha previsto al 10 per cento. Inoltre è necessario che, in ogni caso, il Comune mantenga la ‘regia’ sulla destinazione d’uso dei nuovi edifici e delle nuove aree libere che si creeranno con gli interventi di recupero. Non sarebbe accettabile vedere il centro città trasformato e ancor più snaturato, con un nuovo, pessimo, skyline con altezze superiori a quelle degli edifici esistenti. In definitiva non può essere lasciato ai privati il ‘disegno’ del centro città, area strategica per migliorare la qualità di vita dei cittadini: servono nuove zone pedonali, aree verdi e alberature, da ottenere tramite la riduzione dei volumi anziché l’aumento concesso dal Comune!
In ogni caso non sappiamo se il ricorso alla legge regionale possa risultare da incentivo per i proprietari delle aree dismesse.
Quello che serve invece – e da subito – è fermare il consumo di suolo nel resto del territorio: è infatti paradossale l’evoluzione urbanistica verificatasi negli ultimi decenni ad Erba. Mentre le aree dismesse (non solo quelle che fanno asse su via Fiume, ma anche le altre, tra cui in particolare la ex Meroni) versano da decenni in una situazione di degrado, nel contempo negli ultimi mesi sono partiti nuovi cantieri, gli ultimi in ordine di tempo quelli molto estesi sui prati verdi di via Galilei [vedasi foto] e via Monti.
In definitiva a Erba serve da subito lo stop al consumo di suolo, questo per evitare nuova cementificazione, ma appunto anche allo scopo di indirizzare le proprietà immobiliari verso il recupero delle aree dismesse, anziché sul nuovo.

In tal senso riprendiamo le recenti dichiarazioni del prof. Paolo Pileri (ordinario di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano, che è stato più volte nostro ospite in conferenze tenutesi proprio ad Erba) in un articolo pubblicato su Altreconomia dal titolo “Edifici non utilizzati: una proposta concreta per fermare il consumo di suolo”. Pileri ha sottolineato proprio l’importanza di recuperare le aree dismesse, anziché consumare nuovo suolo verde. L’articolo del prof. Pileri si chiude con queste affermazioni, parlando appunto del recupero degli edifici abbandonati: “Il tutto avrà successo solo se dall’altra parte, nel frattempo, si sarà approvata e definita una legge che ferma il consumo di suolo e si consente di cancellare le troppe superfici ancora edificabili, stabilite anni e anni fa per pura ingordigia urbanistica, ma ancora là a fare danni nei piani urbanistici. A quel punto il mercato dovrà per forza guardare al patrimonio esistente. Fintanto invece che ci saranno campi verdi o gialli a disposizione, il recupero rimarrà sempre al palo pur con tutti i sussidi che ci si può immaginare.”  [articolo completo su: https://altreconomia.it/edifici-non-utilizzati-una-proposta-concreta-per-fermare-il-consumo-di-suolo ]

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