Si apre una nuova stagione, nell’anno in cui il Giardino delle Ore compie 10 anni. È diventata ormai una consuetudine per tanti ritrovarsi in sala per lasciarsi trasportare in mondi e riflessioni nuove grazie alle visioni degli artisti che calcano le assi del palco erbese. Quest’anno è ancora più significativo restituire un senso alla comunità, sempre in sicurezza, ma con uno sguardo alla bellezza, come faro di luce per illuminare il tempo difficile che stiamo vivendo. Tanti lavori al loro debutto (9 e mezzo, Il paese delle facce gonfie, La culla, The Big Fake Theory) inframmezzati da lavori di successo a livello nazionale negli ultimi anni (La Molli, La nebbiosa, Piero l’Italianò, Così lontano, così Ticino) che rendono il cartellone di Incursioni teatrali 2020/2021 un unicum sul territorio.
Tra gli anni ’70 e gli anni ’90, numerosi bambini seguivano i propri genitori oltre il confine con la Svizzera, dove vivevano una vita tra le ombre della clandestinità. Nel 2016, dopo l’approvazione di un articolo che favorisce gli indigeni a scapito dei frontalieri nel Canton Ticino, due ex “bambini nascosti”, ma mai realmente usciti dalla penombra nella quale hanno trascorso l’infanzia, decidono, per vendicarsi del Paese che li ha resi quasi dei prigionieri, di rapire Mina, un “tesoro” italiano che da tempo si trova in Svizzera.
Così lontano, così Ticino è il racconto di una follia che diventa realtà, un gioco teatrale collocabile in ogni parte del mondo, che sviscera, esasperandolo, il rapporto controverso che hanno gli espatriati con il paese che li ospita, qualunque esso sia: la frustrazione e l’ammirazione dell’emigrante verso un paese che gli dà da mangiare e lo detesta allo stesso tempo.
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