Il 7 maggio 2024 si celebra la Giornata Mondiale dell’Asma, una malattia infiammatoria cronica delle vie aeree che causa episodi di dispnea, cioè mancanza di respiro, tosse, oppressione toracica e respiro sibilante. È una patologia molto diffusa che colpisce circa 3 milioni di persone in Italia, e fino a 300 milioni di persone nel Mondo. L’asma è molto frequente anche in età pediatrica: in Italia colpisce il 5-10% dei bambini ed adolescenti, diventando la patologia infiammatoria cronica più diffusa in età evolutiva. Il dott. Filippo Favuzza, Direttore dell’UO di Pediatria e Neonatologia dell’Ospedale di Erba, spiega cosa comporta questa malattia e come trattarla.

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C’è una fascia d’età maggiormente colpita?

Solitamente l’asma tende a manifestarsi più frequentemente durante l’infanzia e l’adolescenza, con un picco di incidenza tra i 5 e15 anni di età. L’asma può comparire con vari livelli di gravità; le due situazioni diverse alle quali assistiamo maggiormente sono: l’asma dell’età prescolare, che riscontra cause costituzionali e dove incidono molto i fattori ambientali in particolare le infezioni virali ricorrenti, e l’asma dell’età scolare, dove è molto importante la sensibilizzazione allergica. Tuttavia, può verificarsi a qualsiasi età, compresa l’età adulta.

Quali sono le cause ed i sintomi?

I diversi fattori che possono aumentare il rischio di sviluppare l’asma sono:

• fattori genetici, l’asma tende ad essere più comune nelle famiglie in cui uno o entrambi i genitori hanno la stessa condizione;

• fattori ambientali come l’esposizione ad allergeni come pollini, muffe, peli di animali, acari della polvere, inquinanti atmosferici e fumo di sigaretta possono sia scatenare che peggiorare i sintomi asmatici;

• infezioni respiratorie, alcune infezioni virali, specialmente nelle prime fasi di vita, come ad esempio il virus respiratorio sinciziale che si manifesta con la bronchiolite, aumentano il rischio di sviluppare l’asma;

• stile di vita, il fumo di sigaretta (l’adolescente che fuma) o l’esposizione al fumo passivo possono aumentare il rischio di sviluppare l’asma.

Il dott. Filippo Favuzza, Direttore dell’UO di Pediatria e Neonatologia dell’Ospedale di Erba

Anche l’obesità, per chi ne è affetto, peggiora i sintomi e il controllo della malattia L’ iperattività bronchiale, causata dall’infiammazione delle vie respiratorie, si manifesta con sintomi quali tosse, difficoltà a respirare, dolore al petto, respiro sibilante e difficoltà a fare sforzi fisici fino, nei casi più gravi, ad un’insufficienza respiratoria tale per cui è necessario obbligatoriamente ricorrere al Pronto Soccorso.

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